2016 Forfettario Nuovi Minimi: tassazione al 5% per i primi 5 anni, innalzamento soglia ricavi, accesso a lavoratori e pensionati
Con la presentazione della Legge di Stabilità 2016, sono state confermate diverse proposte, in materia di fisco agevolato: una delle più rilevanti è la modifica del nuovo Regime Forfettario, che diventa sempre più simile al Regime dei Minimi.
La legge prevede:
a) in luogo della tassazione sostitutiva al 15%, una tassazione ridotta al 5%, per i primi 5 anni (lo stesso periodo di durata del Regime Minimi);
b) sono state innalzate le soglie massime di ricavi che danno diritto alla permanenza nel regime. L’innalzamento è pari a 10.000 Euro per tutte le categorie, tranne che per i professionisti, la cui soglia è stata innalzata di 15.000 Euro (arrivando, così, a 30.000 Euro di ricavi annuali).
riassumendo in pillole le regole del Nuovo Regime Forfettario
Tipologia di attività Limite dei Ricavi Nuovo Limite 2016
Commercio (al dettaglio e all’ingrosso) 40.000 50.000
Commercio di alimenti e bevande
Commercio ambulante di alimenti e bevande 30.000 40.000
Commercio ambulante non alimentare 20.000 30.000
Costruzioni e attività immobiliari 15.000 25.000
Intermediari del commercio 15.000 25.000
Servizi di alloggio e attività di ristorazione 40.000 50.000
Attività professionali, scientifiche,
tecniche, sanitarie, di istruzione,
Servizi finanziari ed assicurativi 15.000 30.000
Altre attività economiche 20.000 30.000
Industrie alimentari e delle bevande 35.000 45.000
Forfettario, i requisiti per accedere
Per poter fruire del regime fiscale agevolato, i requisiti sono:
– non superare una determinata soglia di ricavi annuali, differente per categoria (vedasi tabella);
– non superare 5.000 Euro l’anno di compensi a lavoratori dipendenti o collaboratori;
– acquisti di beni strumentali non superiori a 20.000 Euro l’anno.
Ricavi annuali massimi per la permanenza nel regime Forfettario:
Forfettario: imposta sostitutiva
Il regime Forfettario dà diritto a fruire di una tassazione agevolata, con imposta sostitutiva del 15%.
Per i primi 5 anni di attività, l’imposta scende, grazie alla Legge di Stabilità, al 5%.
L’imposta sostituisce l’Irpef e l’Irap. Inoltre, i beneficiari del regime agevolato non sono soggetti Iva (pertanto non devono emettere l’Iva in fattura, né effettuare adempimenti e dichiarazioni relative), e non devono presentare gli Studi di Settore. Oltre a ciò, sono esonerati dalla tenuta delle scritture contabili e delle fatture acquisti: devono conservare e numerare soltanto le fatture (o ricevute, o scontrini) emesse. In quanto esclusi dall’Irpef, gli aderenti al Forfettario non devono subire ritenute d’acconto.
Forfettario: coefficiente di redditività
D’altra parte, però, i fruitori del forfettario non possono dedurre costi dal reddito: i compensi, infatti, sono decurtati da un coefficiente di redditività, che varia a seconda dell’attività svolta. Di seguito, la relativa tabella:
Commercio (al dettaglio e all’ingrosso) 40%
Commercio di alimenti e bevande 40%
Commercio ambulante di alimenti e bevande 54%
Costruzioni e attività immobiliari 86%
Intermediari del commercio 62%
Servizi di alloggio e attività di
ristorazione 40%
Attività professionali, scientifiche,
tecniche, sanitarie, di istruzione,
servizi finanziari ed assicurativi 78%
Altre attività economiche 67%
Industrie alimentari e delle bevande 40%
La convenienza del regime, dunque, è strettamente collegata all’ammontare dei costi dell’azienda o del professionista: tante più saranno le spese, quanto meno converrà aderire al regime, nonostante la tassazione agevolata.